mercoledì 18 settembre 2019

Dio ha creato il Big Bang?

Buonasera a Tutti, rieccomi per trattare oggi un grande tema che scaturisce da una grande domanda  che l'umanità si pone dalla Notte dei tempi. Esiste un Dio? Chi o cosa ha creato il Big bang?
L'illustre scienziato e cosmologo Hawking, in modo diverso dai suoi predecessori, ha tentato di dare una spiegazione scientifica a queste incredibili domande, ed oggi proverò anch'io a darvi una mia interpretazione, pur non essendo una cosmologa, né una scienziata matematica, nè una fisica, in quanto semplicemente sono convinta che per spiegare concetti infinitamente grandi (come per esempio l'origine dell'Universo) non servano equazioni complicate, o concetti matematici astrusi, ma l'accesso a livelli di conoscenza (e quindi coscienza) superiori, che ci appartengono come lo stesso Universo e ai quali sono riuscita ad avere accesso.
Hawking, l'Einstein dei nostri tempi, ha descritto l'inizio del big bang come'' un buco nero infinitamente piccolo e infinitamente denso'' dove il tempo non esiste, in quanto l'attrazione gravitazionale al suo interno è talmente forte da riuscire a distorcere  non solo la luce, ma anche il tempo stesso, il quale, in effetti, nel buco nero si ferma, o meglio non esiste. Pertanto, in poche parole, per Hawking nel momento in cui il buco nero si è espanso (per dare origine a questo Universo per esempio), ha iniziato ad esistere il tempo.  Per il famoso scienziato quindi la necessità di collocare un Dio al momento della creazione dell'Universo e del Tutto non esiste, in quanto non esiste un tempo di creazione. Per me questa teoria è di per sé vera e dimostrabile ma vorrei provare a spiegarvi cosa è avvenuto un attimo (che in realtà non è mai esistito) prima del cosidetto Big Bang, cioè come si è originata tutta questa massa (materia)ed energia concentrata in un infinitesimo punto.
Per spiegarlo in parole semplici dobbiamo fare un passo indietro e attraverso il filosofo Plotino, andare a riesaminare le teorie filosofiche del concetto di Uno da lui trattate.
Nella Quinta Enneade de ''il pensiero come diverso dall'Uno'' riesce ad esplicare incredibilmente ed  esattamente il concetto. Proverò a tradurlo in parole più semplici possibili.
In sostanza, l'Uno (non inteso come Dio, ma come "Matrice" originaria che esiste da sempre e da mai, che contiene il Tutto e il Nulla allo stesso tempo),si specchia in sé stesso,ossia si rende conto di esistere, di essere, e in tal modo crea l'intelletto, ossia ''pensa'' di esistere e di essere, e, nel momento stesso in cui lo pensa,crea il Tutto, che ovviamente già esiste nella sua "mente", ma diventa "reale" o ''irreale'' nel momento in cui è pensato dall'Uno stesso.
 Cosa significa tutto ciò?significa che L'Uno è diventato Due, ossia nel suo specchiarsi sta già ''creando'' un pensiero, quindi un'"entità"(chiamiamola così per semplificazione) in cui è sempre Uno, ma si sta distinguendo dal concetto di "Uno", perché incomincia ad esistere il ''due''. E poiché nell'Uno è presente ogni Cosa, materiale e immateriale,ogni livello di Coscienza, di Conoscenza, ogni concetto di Energia, di Esistenza, di "Trascendenza", ma anche di "Regola", nel momento in cui l'Uno si specchia e ''vede'' se stesso, in modo completamente indefinito, e poi sempre più definito, si origina la prima particella subatomica, il primo buco nero, ma ''crea'' tutto nello stesso infinito momento, perché a  quel livello di coscienza non esiste un tempo, "tutto è e tutto non è" allo stesso tempo. Il pensare e il pensato, come cerca di esplicare il filosofo Plotino, esistono nel medesimo tempo (quindi sono sempre e comunque Uno) e questa unità e' al contempo essere e intelletto,esistere nel pensare e nel pensato. A quel livello di coscienza il Tempo non può esistere in quanto tale, essendo peculiarità soltanto della materia ''finita''.
In conclusione, Il Big bang o l'attimo primordiale è in sintesi la Matrice, l'Uno che esiste da sempre e da mai, che crea una sua ''identità," cioè prende forma prima come ''pensiero'' infinito unico e infinitesimamente piccolo, poi diventa un numero infinitamente grande, quindi diventa una quantità, finita nel suo essere ma infinita nel suo divenire;da indefinito l'intelletto diventa un numero finito nella materia, ma infinito nell'immaterialità. L'uno (o matrice) pertanto, diventando prima due e poi molteplicità, è per forza di cose matrice e impronta di se stesso (perché è di fatto esso stesso) in tutte le particelle anche subatomiche materiali universali," create" tutte secondo lo stesso ''programma'' divino, come una sorta di ''software'' a specchio della stessa Matrice. Tutte le Realtà, reali e non, tutto quello che esiste e non esiste, TUTTO E' UNO, pertanto ogni cosa esiste e non esiste, allo stesso tempo (che a sua volta a quel livello di coscienza non esiste). La molteplicità quindi non può aver ragione d'essere in se stessa, ma è radicata in un'unità che la trascende e che la contiene. La molteplicità deriva dal pensiero, che non ha limiti.
Continueremo in seguito ad analizzare il livello ''Tre'' della Coscienza, dove vedremo che nella casualità così come nell'Ordine dell'Uno, sono già contenute tutte le ''regole'' degli Universi, e come dal Phi, che abbiamo analizzato nei precedenti post, alle leggi quantistiche, che hanno permesso il verificarsi fisico del big bang, ci sia un collegamento, in quanto TUTTO è UNO, quindi tutto ciò che ne deriva.

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